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8 Marzo: perchè si festeggia la giornata internazionale della donna?

Sono molti gli avvenimenti che a partire dai primi anni del Novecento hanno portato alla lotta per la rivendicazione dei diritti delle donne e all’istituzione dell’8 marzo.

Spesso da piccola mi chiedevo come mai l’8 Marzo le donne della mia famiglia, me compresa, ricevessimo delle mimose e alla tv parlassero tanto di questa giornata. É una domanda che quasi tutti i bambini o i non informati si fanno.


Marzo è il mese della Donna. La Giornata internazionale della Donna si festeggia l’8 marzo in Italia e in tutto il mondo, ma la della Giornata Internazionale della Donna risale ai primi del Novecento.


Per diverso tempo l’origine della Giornata internazionale della Donna è stata attribuita al giorno in cui centinaia di operaie sarebbero morte nel rogo di una fabbrica tessile avvenuto nel 1908 a New York.


I fatti che hanno realmente portato all’istituzione della Giornata Internazionale della Donna sono in realtà più legati alla rivendicazione dei diritti delle donne, tra i quali il diritto di voto.


Sono molti gli avvenimenti che a partire dai primi anni del Novecento hanno portato alla lotta per la rivendicazione dei diritti delle donne e all’istituzione dell’8 marzo.


In Italia la prima giornata della donna si è svolta nel 1922, ma il 12 marzo e non l’8. Nei decenni successivi il movimento per la rivendicazione dei diritti delle donne ha continuato ad ingrandirsi in tutto il mondo.


Nel settembre 1944 a Roma è stato istituito l’UDI, Unione Donne Italiane, e si è deciso di celebrare il successivo 8 marzo la giornata della donna nelle zone liberate dell’Italia. Dal 1946 è stata introdotta la mimosa come simbolo di questa giornata. Questo fiore fu scelto perchè di stagione e poco costoso.


Quale sia l’avvenimento che ha davvero fondato questa data poco importa. Quel che bisogna ricordare è che essere donne non è mai stato facile ed è per questo che l’8 marzo è bello omaggiare le donne della propria vita (le compagne, le mamme, le maestre) con dei mazzolini di mimose che sono diventate dal 1946, il simbolo di questa festa.


Oggi però la festa della donna ha un po' perso il suo valore iniziale. Mentre ci sono organizzazioni femminili che continuano a cercare di sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi di varia natura che riguardano il sesso femminile - come la violenza contro le donne e il divario salariale rispetto agli uomini - molte donne considerano questa giornata come l'occasione per uscire da sole con le amiche, lasciando mariti, compagni e figli a casa, e concedersi qualche "sfizio", che magari in altre serate non sarebbe permesso.


Ma la Donna oggi da un lato è lavoratrice e cittadina, non può più quindi sottostare al potere dell'uomo, marito o padre che siano, dall’altro lato però, in alcune parti del mondo è ancora così.


Per molto tempo il lavoro della donna è stato considerato subordinato a quello dell'uomo e finalizzato ad esso, nonostante la parità tra loro fosse anche sancita anche dalla Costituzione italiana. Solo recentemente sono state promulgate leggi che tutelano le donne dal femminicidio dallo stalking e dalla violenza domestica.


Per quanto riguarda invece l’ambito lavorativo, nonostante esistano leggi che prevedono la parità di trattamento tra uomini e donne e il divieto di licenziamento per le donne in stato di gravidanza, molte sono costrette a scegliere tra vita professionale e vita familiare rinunciando ai figli sin dai primissimi mesi di vita con un’eco sulla crescita e sul rapporto molto forte.


Un esempio di donna oggi che, a parer mio, riesce ad equilibrare lavoro, casa, famiglia, crescita personale e soprattutto divertimento, è Chiara Ferragni. Quest’ultima infatti, dopo svariati commenti in cui veniva criticata per il modo di vestirsi, per il fatto che il marito stia a casa a badare a i figli e lei stia in giro a lavorare, ha risposto:


“Una mamma che lavora perché deve essere giudicata negligente? Una mamma che si sente bene con il proprio corpo perché si deve sentire in colpa? Una mamma che non dimentica di essere anche donna, moglie, lavoratrice, figlia, amica perché deve essere discriminata?”


Ha poi continuato affermando:


«Come madre, imprenditrice e donna ho la fortuna di poter dedicare molto più tempo alla mia famiglia e ai miei bambini di quanto sia concesso alle donne che lavorano sotto un capo, ma non è comunque abbastanza per un certo tipo di giornalismo maschilista e tossico. Noi donne dobbiamo ancora una volta fare il doppio per essere apprezzate la metà! A me stessa e a tutte voi dico: non rinunciamo a lottare e a pretendere di essere considerate al pari degli uomini».


Ammiro il discorso di Chiara e ammiro il fatto che al mondo ci siano donne così, che riescano a lottare per i propri diritti e doveri e che, nonostante le mille difficoltà, riescano ad essere pari a gli uomini, sia a livello lavorativo che a livello umano.


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Al prossimo articolo,un bacio,


Miriana.

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