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MINOSSE

"Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia:

Essamina le colpe ne l'intrata;

giudica e manda secondo ch'avvinghia."


Con questi versi, nel Canto V dell'Inferno, Dante introduce al lettore la figura di Minosse. In questa terzina e nelle successive tre, viene descritto come un essere dai caratteri animaleschi (ringhia e ha la coda) e dalle quali è presentata la sua funzione: giudicare i dannati per poi suddividerli all'interno dei cerchi dell'inferno in base alla colpa commessa. Secondo la legge del contrapasso (i colpevoli vengono puniti con una pena analoga o contraria al loro peccato). Per questo motivo, Minosse, dopo aver interrogato le anime infernali, cinge la sua coda tante volte quanto il numero di cerchi assegnato ai condannati.


A questo passaggio fa riferimento il brano "Minosse" di Claver Gold & Murubutu, contenuto nell'album Infernum uscito nel 2020, nel quale i due rapper incontrano il giudice infernale durante la loro discesa verso i cerchi più profondi.


I temi di questa canzone sono:

1) La questione riguardante la vita dopo la morte

2) Le pene correlate ai giudizi




Nella traccia, entrambi i rapper immaginano di giungere al cospetto di Minosse in modo da essere giudicati per i peccati commessi.


Seguendo il contrapasso: Claver Gold, siccome è una persona che si sofferma sui piccoli particolari riguardanti persone e cose che lo circondano, perde l'uso del senso che più permette di percepire l'anima della natura, l'olfatto. Mentre Murubutu, che ha fatto della lingua italiana la sua musa e la sua guida, è privato della forma di comunicazione più comune ma più importante dell'uomo, la parola.


Il ritmo della base, riferito alla figura di Minosse, fa venire in mente il martelletto con il quale i giudici sanciscono le pene dei colpevoli e il piano riporta alla trascrittrice di un tribunale, che digita sui tasti del computer o della macchina da scrivere l'intera udienza. Questi due elementi sovrapposti creano nel nostro cervello l'immagine di un processo.


Nonostante il titolo, la canzone non è incentrata completamente su Minosse, bensì sui giudizi emessi che mutano in pene che il condannato deve scontare. Non importa come e non importa per quanto.


Per questo motivo, oltre che al giudizio dei due protagonisti, sentiamo in sottofondo anche le colpe e pene degli altri dannati, in particolare:

  • i suicidi, attaccati dalle Arpie

  • i violenti, immersi nel Flegetonte o colpiti da una pioggia di fuoco

  • i lussuriosi, travolti da una bufera

  • i lusingatori, immersi nello sterco

  • gli indovini, con la testa girata al contrario

  • gli ignavi, punti da vespe

Quindi Minosse diventa la personificazione di tutte le condanne e le pene che i dannati devono subire, non solo il giudice che le impartisce; e con la sua coda avvinghiata e impassibile davanti a ogni forma di lamento, il magistrato dell'inferno fa scontrare i nostri due protagonisti con la prospettiva di una condanna infinita delle loro pene.




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