Strappare lungo i bordi, una mini serie piena di Emozioni
Per chi ancora non lo sapesse, strappare lungo i bordi è una serie italiana animata scritta dal fumettista romano ZeroCalcare per Netflix.
Questa serie ruota intorno ad un viaggio che ZeroCalcare, con i suoi amici Sarah e Secco, devono affrontare insieme.
Nel corso degli episodi vi sono diversi racconti e flashback della vita del protagonista, passando dagli anni delle scuole medie, quelli del liceo, fino a tornare al presente, raccontando la sua esistenza attraverso il sarcasmo e l'ironia che contraddistinguono il personaggio.
Durante il viaggio, Zerocalcare cerca in tutti i modi di distrarsi da quello che la sua coscienza vuole ricordargli: il motivo per cui i tre amici si stanno dirigendo in treno verso Biella.
Sempre presente c’è l’immancabile Armadillo, coscienza personificata di Zero, che non è portatore di verità, ma più pragmatico e pratico, gli ricorda che sta per prendere un treno per un viaggio che non avrebbe mai voluto fare.
La serie tv è composta da 6 episodi delle durata di 15 minuti circa ciascuno.
Questo “poco tempo” peró è quello che è bastato per far sì che entrasse nei cuori di tutti.
Grazie a questa serie si entra in una specie di giostra emotiva di buonumore aiutata dal dialetto romano che rende tutto più leggero, seguita dal senso di vuoto e il pianto per la perdita di un personaggio fondamentale.
Nella serie ripercorriamo, come dicevo prima, ogni momento della vita di ZeroCalcare, i traumi e i disaggi della maggior parte dei ragazzi di oggi.
ZeroCalcare riesce a dire e rappresentare tutto ciò che migliaia di persone vivono oggi e hanno vissuto in passato. Tra decine di curricula mandati al giorno, l’iconico MSN, i possibili scenari di fronte a una scelta che sembra sempre la più importante della propria vita, sia quando lo è che quando è tutt’altro, ZeroCalcare non fa mancare riferimenti politici, sociali, economici.
Il significato di tutta la serie sta proprio nel titolo: “strappare lungo i bordi” infatti ZeroCalcare questa espressione è proprio una metafora della vita.
Nei primi episodi il protagonista spiega che vivere la vita equivale a strappare lungo i bordi tratteggiati di un foglio senza cambiare direzione, così facendo si potrebbe arrivare da qualche parte senza trovarsi davanti a troppe difficoltà. Questa sembra una sorta di filosofia della vita che si collega indubbiamente con il messaggio finale che vuole dare Zerocalcare.
Giunti all'ultimo episodio infatti è molto evidente che Zero e la sua amica Alice fossero innamorati l'uno dell'altra. Quando Zero si reca a Biella tutti pensano stia andando a trovare Alice, ma il vero motivo è un altro: Alice è morta.
La sua morte è un fulmine a ciel sereno per Zero e anche per gli spettatori, soprattutto perché si tratta di un suicidio.
Io in primis sono rimasta scioccata, perché la serie inizia appunto in maniera allegra ma finisce in modo triste e lascia una morale importante.
Ritornando alla serie, al funerale della ragazza, Zero, che non si era mai accorto dei sentimenti che Alice provava per lui, inizia a farsi prendere dai sensi di colpa. È frustrato, depresso e convinto che le cause del suicidio di Alice siano attribuibili tutte a lui. Zero infatti non aveva mai fatto un passo avanti nei suoi confronti, rimanendo semplicemente un amico che era quasi sempre presente al momento del bisogno.
A rincuorare Zero, ci pensa la sua amica Sarah, che gli fa capire che le persone non sono mai al centro del mondo degli altri. Ognuno combatte la sua guerra e i motivi per cui la ragazza si è suicidata sono tanti e non attribuibili direttamente a Zero. In effetti, il protagonista, durante tutta la serie è convinto che ogni sua azione possa influenzare le vite degli altri, creando così uno scudo che porta a non agire.
Solo nel finale, Zero, accetta di essere un "filo d'erba" e che la vita spesso prevede delle deviazioni inaspettate, che vanno oltre i bordi lungo cui ha sempre strappato.
Questi imprevisti sono rappresentati dalle cicatrici: "che non vanno via con l'acqua".
Queste cicatrici fanno paura, ma ricordano di aver vissuto.
Così è la vita.
Il messaggio che vuole lasciarci Zerocalcare con la sua serie è quello di non aver paura del fallimento che ci porta a vivere la vita in una fase di stallo.
È importante dunque prendere la vita così come viene e viverla affrontando ogni imprevisto, uscendo da una campana di vetro che ci creiamo noi stessi per paura di soffrire.
Campana di vetro rappresenta appunto dai bordi lungo cui il protagonista era solito strappare.
Per chi non lo sapesse la serie è ispirata a fatti vissuti realmente da Zerocalcare, che non riguardano solo l’esistenza universale di più di una generazione, ma anche alcuni eventi specifici. I personaggi utilizzati sono invece fittizi, ad esempio anche il cambiare nomi tra fumetti, film e serie televisiva, rappresenta un chiaro elemento che fa capire che, anche se la cornice e ciò che è successo è basato sulla realtà, non è andato tutto esattamente come lo si vede.
Questa serie mi è piaciuta davvero molto e ho deciso di raccontarvela in breve perché a parer mio Zerocalcare rappresenta se stesso e pure, per certi versi, anche tutti noi: in un certo modo la vita, che sul finale dichiara essere “quella cosa che fa paura, ma che è anche bella”.
Mai arrendersi alla fine, anche se la vita è dura, se sei pieno di manie e di ansie di controllo, e ancora ti rifugi nel porto sicuro dei genitori, anche a quarant’anni (e pure più avanti, aggiungo io, se hai la fortuna di averli ancora).
Una frase che mi ha molto colpita è stata la domanda che ha fatto Sarah a Zero: “ Ma te che obiettivo ti sei dato?”
E Zero risponde: “La domanda mi devasta.”
Purtroppo questa è una domanda che devasta molti giovani di oggi, incerti del proprio futuro, del lavoro che avranno e della vita che condurranno.
La frase che invece mi ha rasserenata è stata sempre quella di Sarah,che parla a Zero e dice: “ ma non ti rendi conto di quanto è bello? Che non porti il peso del mondo sulle spalle, che sei soltanto un filo d’erba in un prato? Non ti senti più leggero?”
E Sarah aveva ragione, siamo tutti fili d’erba in un prato, che non dipende tutto da noi ma che la vita è nostra e siamo noi a decidere cosa farne del nostro destino.
Alla fine la vita vale la pena di essere vissuta, con una pausa dall’attività continua della coscienza, nella condivisione forse universale della bellezza del mondo.
Vorrei concludere inoltre, lasciandovi qualche curiosità sulla serie,ad esempio che si apre a Rebibbia e c’è un murales con scritto: è inutile che vivi fuori se muori dentro.
Quel murales è realmente presente a Rebibbia.
Quando Zero è seduto sul divano in cerca di una serie Tv su “Netflics” ha tutti i titoli che realmente sono presenti sul grande Colosso Streaming. Ad esempio si possono vedere titoli come “A guera” (War), “Nun ce capisci mai un cazzo” (Dark),”Pischelli che s’ennamorano” (Skam Italia) “Come ennamorasse de tu madre ner passato” (Ritorno al futuro) é tanti altri.
Nel condominio di Secco (l’amico di ZeroCalcare) abitano Shere Khan, la tigre del libro della giungla, Kobayashi,l’avvocato di Keyser Söze ne i soliti sospetti.
Come dicevo prima, trovo la serie davvero educativa, divertente e significativa allo stesso tempo.
Zerocalcare piace a tutti perché:
Ha un linguaggio giovanile;
Parla di problemi reali ma li spiega in modo “semplice”;
Il livello di empatia è davvero alto perché parla al cuore delle persone.
A me è piaciuta tanto e quindi vi consiglio davvero di guardarla.
Fatemi sapere ne i commenti cosa ne pensate e se l’avete vista.
Al prossimo articolo 😘
Miriana
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